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LA CASA-TORRE DETTA ’DEI CAVALIERI DI MALTA’
Si tratta di una originale domus turrita stilisticamente riconducibile alla seconda metà del XIII secolo, con impianto a curtis situata in via Leonese, arteria stradale d’interesse per via dell’abbondanza di elementi architettonici della prima fase angioina napoletana. L’edificio fortificato è noto, nella tradizione locale, come ’Casa dei Cavalieri di Malta’, tuttavia non ci sono fonti coeve o di poco successive rispetto alla datazione della turris che giustifichino con certezza tale titolazione. La fabbrica si sviluppa su tre livelli, intorno alla curtis interna, formando in pianta un impianto ’a tau’. Ascrivibile per ragioni stilistiche alla seconda metà del Duecento, contiene diversi elementi di ascendenza francesizzante. All’ultimo piano si aprono due bifore ogivali, vividi esempi dell’irradiamento del gotico napoletano, una delle quali è composta da archetti trilobati inquadrati nell’archivolto ogivale, che delimita la lunetta traforata a losanga. La cronotassi episcopale scritta dal diacono Riccardo Iacovielli riporta un episodio che, verosimilmente, sarebbe avvenuto nella seconda metà del Duecento: da questo Chronicon si originerebbe la titolatio cavalleresca della domus turrita: nella fonte si parla di un certo cavaliere teutonico, Ioanninus Carapinos, reo di un omicidio avvenuto a Costanza in Germania, che trova rifugio a Bitetto in questa dimora. Un documento testamentario trecentesco annovera, inoltre, la torre tra i possedimenti delle Terre del Tempio, specificazione che alluderebbe all’ordine cavalleresco templare. L’edifico conserva in facciata il blasone nobiliare della famiglia bitontina Sylos-Labini, a cui è associata l’epigrafe seicentesca col motto cavalleresco Intrent securi qui querunt vivere puri (“Entrino sicuri coloro chiedono di vivere puri”).