Home/La Città/Luoghi della Cultura
LA CATTEDRALE DI SAN MICHELE ARCANGELO
Sono rare le cattedrali romanico-pugliesi dedicate all’Arcangelo San Michele come a Bitetto. L’impianto della cattedrale di Bitetto è definito dalla tradizionale pianta basilicale orientata a croce latina con transetto estradossato rispetto ai lati lunghi e absidi intradossate. La facciata suggerisce la tripartizione interna: lo sviluppo in alzato, la pendenza dei salienti, la collocazione dei tre portali d’accesso, declinati però secondo stilemi già gotici, imitano con filologica osservanza la Cattedrale di Bitonto. Su questo modello è plasmata la facciata: tripartita in salienti mediante lesene, essa è suddivisa in due registri. Se la morfologia della facciata emula la vicina fonte iconografica propriamente romanica, i portali si configurano quali preziose manifestazioni della cultura gotica francese, irradiata in Puglia attraverso la presenza degli Angioini.
L’autore, come si legge nell’epigrafe dedicatoria, è Lillo da Barletta, Lillum de Barulo magister , che nel 1335 su committenza del vescovo Giacomo Bonocore ammodernò la cattedrale romanica di Bitetto. Gli altorilievi con figure e i partiti decorativi fito-zoomorfici che decorano gli stipiti, l’architrave, la lunetta e le ghiere degli archi ogivali del protiro costituiscono il variegato vocabolario linguistico che soddisfa appieno le esigenze trecentesche di horror vacui.
Il programma iconografico segue questo schema: il ciclo neotestamentario si sviluppa entro le formelle degli stipiti, il collegio dell’Apostoleion col Cristo centrale affiancato dai Dodici si dispiega sull’architrave e nella lunetta ogivale soprastante è collocato l’altorilievo della Madonna Basilissa, assisa sul trono, ed incensata da due angeli reggituribolo. Il registro centrale è occupato da tre bifore. L’elegante rosone a dodici raggi conclude il saliente centrale, definendo l’area frontonale. L’interno è suddiviso in tre navate mediante pilastri cruciformi sui quali s’impostano archi a tutto sesto, a loro volta sormontati dai triforii posticci del matroneo. Sia la navata centrale che il transetto sono coperti da capriate lignee. Delle tre absidi si conservano solo le absidiole, in quanto quella centrale nel corso del XVIII secolo fu sfondata per impostare il vano rettangolare del coro. Lo status quo contemporaneo consta di due cappelloni barocchi, aggiunti in età moderna ai lati delle navatelle.